WHISTLEBLOWING

Tra le misure introdotte dalla Legge n. 190/2012 in tema di prevenzione della corruzione, quella relativa alla gestione di segnalazioni dei dipendenti pubblici (c.d. Whistleblowing) richiede non solo la messa a punto di aspetti organizzativi e procedurali ma soprattutto un cambiamento culturale nella PA.

Il termine inglese whistleblowing in Italia è tradotto letteralmente come “soffiata”, o più correttamente  come “segnalazione anonima”.

Per effettuare una segnalazione scrivere a: segnalazioneilleciti@liceiangeloniterni.gov.it

 

Normativa di riferimento

Fuori dei casi di responsabilità a titolo di calunnia o diffamazione, ovvero per lo stesso titolo ai sensi dell’articolo 2043 del codice civile, il pubblico dipendente che denuncia all’autorità giudiziaria o alla Corte dei conti o all’Autorità nazionale anticorruzione (ANAC), ovvero  riferisce al proprio superiore gerarchico condotte illecite di cui sia venuto a conoscenza in ragione del rapporto di lavoro, non può essere   sanzionato, licenziato o sottoposto a una misura discriminatoria, diretta o indiretta, avente effetti sulle condizioni di lavoro per motivi collegati direttamente o indirettamente alla denuncia.

Art. 54 bis del D.Lgs. n.165/2001, introdotto dalla Legge 6 novembre 2012, n. 190 e modificato dalla Legge 11 agosto 2014, n. 144

Il Whistleblowing è stato introdotto in Italia dalla legge n. 190/2012, come strumento in grado di consentire ai membri di un’organizzazione di contribuire concretamente alle politiche di trasparenza, legalità, efficienza e prevenzione della corruzione.

Con la legge n. 190 del 6 novembre 2012 (“Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione”), il legislatore ha adottato un approccio innovativo in materia di contrasto alla corruzione, estendendo l’attenzione a tutte le fattispecie che possono configurare una ”cattiva amministrazione” e introducendo il concetto di “valutazione del rischio” mutuato da altri ambiti (es. sicurezza nei cantieri e nei luoghi di lavoro).

In materia di anticorruzione, lo strumento principale con cui si concretizza l’azione di prevenzione è il Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione (PTPC), elaborato e adottato dalla pubblica amministrazione.