La DAD e il tempo non rubato: come la scuola si salvò dal covid


Si è svolta questa mattina, 8/5/2021, la presentazione del Progetto “Raccontiamoci. Diari di ragazzi dell’Angeloni” al Convegno organizzato da Lions Club Terni, dal titolo “La dad e il tempo non rubato: come la scuola si salvò dal covid”.

I Licei Statali “Francesco Angeloni”, rappresentati dalla referente del Progetto “Raccontiamoci”, la professoressa Manola Conti e dalle studentesse Alice D’Amario 2 M ed Irene De Vita 2 L hanno illustrato il progetto quale risposta attiva nel periodo della pandemia. Negli anni scolastici 2019/2020 e 2020/2021 abbiamo realizzato con Raccontiamoci un’attività di ascolto, inclusione, scrittura creativa per conoscere meglio se stessi e gli altri, condivisione e cooperazione, che ha coinvolto 65 studenti, tre classi del Liceo Economico Sociale e Liceo Musicale.

Far sentire che la Scuola c’è, nel momento della prima novità inaspettata del covid e delle successiva lunga pandemia, è stato possibile mostrando resilienza, reinventando la didattica di fronte al primo inevitabile breve momento di disorientamento. Ci siamo messi in gioco tutti, imparando - studenti e docenti -  come poterci continuare a rapportare in maniera significativa e costruttiva.

Non volevamo far sentire soli a casa i ragazzi, senza la necessaria interazione con i coetanei. Il progetto - avviato da settembre 2019 ma ricalibrato alle esigenze scaturite con l’epidemia - ha consentito spazi di ascolto, inclusione, confronto interpersonale, dal 5 marzo 2020 ad oggi.

Rapportarci con il covid” è stato - ad un primo livello -  un “raccontarci” come lo stiamo vivendo, emozioni e pensieri di fronte a difficoltà nuove. Ad un livello ulteriore, è stato un provare a ragionare insieme, in termini di meta-cognizione, su quanto stavamo riscoprendo e valorizzando maggiormente proprio per la pandemia. In tale contesto, leggere lettere del professor Gaetano Mollo - con cui ci si è confrontati in itinere durante la stesura dei testi che lasciassero il segno di quanto vissuto nell’a. s. - ha offerto il confronto con un pedagogista sempre attento all’adolescenza e del quale i ragazzi hanno anche analizzato l’opera “Ramoso”, una favola per adulti che mostra come superare le difficoltà in cui si può incappare nell’adolescenza, grazie alla condivisione, al senso di appartenenza, al sentirsi parte della comunità, trovando così il proprio posto nel mondo, con coraggio, stando insieme.

Gli adolescenti hanno un gran bisogno di essere Ascoltati - non solo in ciò che riescono a gridare, ma anche solo sussurrano o non dicono-, bisogno di essere riconosciuti, sentirsi protagonisti della loro vita, supportati, incoraggiati, guidati, gratificati. La scuola accogliente vuole essere anche questo: uno spazio di dialogo autentico e conversazione produttiva, perché possano confrontarsi con i docenti, i compagni e i personaggi delle opere che leggono, tramite una didattica orientativa, anche per chiarire il personale progetto di vita, chi scelgono di voler essere da adulti, ponendone le fondamenta.            Il docente deve loro un ASCOLTO COMPETENTE, capace di valenze positive che si ripercuotono sia nella sfera relazionale che in quella cognitiva. Un ascolto che deve saper essere ATTIVO, EMPATICO, CRITICO e MAIEUTICO. Capace di far sentire il ragazzo riconosciuto come Persona e veramente al centro, protagonista, del processo d’insegnamento – apprendimento. Il Dialogo costruttivo muove dall’Ascolto attento da parte del facilitatore dell’apprendimento -come lo chiama Carl Rogers- .

Il Progetto “Raccontiamoci” ha Ascoltato i ragazzi in questo biennio segnato dalla pandemia, a causa della quale sono stati messi alla prova anche per cooperare alla gestione di questa sfida, responsabilmente. Abbiamo raccontato anche gli aspetti positivi della pandemia, come dar Valore a quanto si poteva sottovalutare. Lo “Zibaldone” di questo a. s.  si compone di nove capitoli, che prendono le mosse da progetti e libri discussi in classe. Gli studenti hanno lavorato in cooperative learning a debita distanza) per riflettere su tematiche delicate quali i diritti, l’affetto, la letteratura, la musica… e la vita ai giorni del coronavirus, le emozioni, le paure, le riflessioni su ciò che conta veramente. Positiva la ricaduta sugli alunni, per l’incremento dell’autostima, la collaborazione in tutte le attività di cooperative learning, la condivisione, il dialogo, la riflessione, le competenze di scrittura.

Lavorando perché l’apprendimento sia non solo cognitivo ma anche emotivo e sociale, i ragazzi sono stati sostenuti nel chiarirsi il personale progetto di vita - facendoli confrontare con tematiche di attualità e con gli scrittori - sapendo che esiste per loro uno spazio accogliente ed inclusivo in cui formarsi. Insieme.

Raccontano uno spaccato dell’esperienza due studentesse del biennio:

Alice D’Amario, classe II M: “Mia madre lavora in ospedale ed è la coordinatrice responsabile della sterilizzazione e del ricondizionamento dei dispositivi medici utilizzati per la diagnostica, la chirurgia e la cura dei pazienti. Ancora prima che ognuno di noi si rendesse conto dell’effettiva gravità di questo virus, infilandomi le mani nelle tasche o aprendo il mio zaino, trovavo sempre un gel disinfettante, precedentemente posto lì da mia madre. Iniziò a consigliarmi di non stare in posti troppo affollati e a spiegarmi l’importanza di stare attenti alla pulizia delle mani, dato che i virus si diffondono molto rapidamente. Mia madre tornava dal lavoro sempre più tardi. Era molto stanca e provata. In casa portava sempre la mascherina e teneva le distanze da noi. Se ci fossimo infettati per colpa sua non se lo sarebbe mai perdonato. Iniziai, come mamma, ad indossare la mascherina in casa. Rientrata da scuola, mi assicuravo di disinfettare tutto per bene.

Vivere il COVID è un po’ come vivere a metà.

È come se qualcuno ci stesse rubando il tempo. Quello per crescere, sognare… L’adolescenza è già di per sé un momento complicato, dove dobbiamo fare i conti con profondi cambiamenti fisici ed emotivi, poiché tutto inizia a mutare dentro e fuori di noi velocemente. La nostra finestra sul mondo all’improvviso è divenuta quasi unicamente virtuale. Il mio inizio alle superiori l’avevo sognato in altro modo. Ho un carattere timido e introverso e riuscire a dare quel po’ di me che concedo agli altri, con la DAD è stato molto più faticoso. Dietro uno schermo è tutto più pesante, faticoso. La paura di non essere capita o di non essere abbastanza, l’angoscia di non saper emergere, la timidezza e le mille insicurezze che ti portano a bloccarti prima di attivare il microfono.

Poi per fortuna c’è stato “Raccontiamoci”, un modo per fare toc-toc da quello schermo, per poter entrare e far sentire il mio pensiero e far conoscere parte del mio mondo. Credo che per noi ragazzi sia molto dura questa situazione, ma anche fare l’insegnante e l’educatore, in questo tempo di COVID più che mai, credo sia veramente complicato.

Mi è sempre piaciuto scrivere e questo progetto ha alimentato ancora di più questa mia passione.

Riaccendere le nostre speranze, la nostra fantasia e i nostri sogni con la scrittura credo sia stato ed è in assoluto una mano tesa pronta per essere afferrata, per non perdersi nell’apatia che comporta la situazione che stiamo vivendo.

La nostra docente ed il nostro istituto ci hanno teso quella mano...ci hanno dato un’opportunità che è diventata un Dono e per questo gliene sono grata. Il progetto  Raccontiamoci è stata un’opportunità per parlare di molti argomenti importanti: il bullismo, il cyberbullismo, i pregiudizi, la libertà di espressione, il sentirsi inadeguati dati gli scioccanti standard da rispettare in questa società per non essere considerato uno sfigato, l’omofobia, il razzismo…

“Raccontiamoci” è, per noi ragazzi, un grido di speranza e sono contenta che venga udito da molte persone.

Tutti meritano di essere ascoltati.”

Irene De Vita, classe II L: “Da ottobre 2020, io ho dovuto adottare la didattica a distanza dato che mio padre ha una malattia che va salvaguardata, soprattutto in questo periodo. Un mezzo che mi ha aiutata molto è stato scrivere dei testi i quali, in parte, sono stati inseriti in “Raccontiamoci”, libro in cui vengono trattate varie tematiche tra cui l’adolescenza attraverso l’analisi di un racconto che, se avessi letto in tempi in cui non era presente la pandemia e io non fossi rimasta a casa, avrei certamente analizzato e visto sotto un punto di vista più immaturo.

Secondo me, anche grazie a Raccontiamoci la dad, didattica a distanza è stata un dono, dovremmo chiamarla didattica a domicilio!”

Prodotto finale del progetto è il libro “Raccontiamoci. Diari di ragazzi del Liceo Angeloni ”, uno per ciascun anno scolastico, quest’anno anche versione ebook. Grazie al sostegno della Dirigente  Patrizia Stilo, lo scorso anno si è realizzata una video-presentazione del lavoro che ha visto coinvolti 140 device in Ascolto dei ragazzi. Quest’anno vi aspettiamo il 26 maggio, alle ore 9, al link 

https://liceifangeloni.webex.com/liceifangeloni-it/j.php?MTID=m5ef7530be3cc08b3de4b24f01d2185fa

                                                                                                                               Manola Conti